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Petto in fuori e spalle alte

Luka Modric

15 giugno: al Fisht Stadium di Sochi va in scena l’esordio Mondiale di Portogallo e Spagna. Uno strepitoso Cristiano Ronaldo ha già segnato due gol, ma non basta; gli iberici conducono tre a due. A due minuti dalla fine c’è una punizione dal limite per i campioni d’Europa. Cr7 gonfia il petto, respira profondo e usa gli occhi come un mirino: sta visualizzando il pallone che finisce all’incrocio, sta segnando prima di segnare. Il gesto tecnico che segue appare come una logica, inevitabile conseguenza di qualcosa che è già avvenuto nella mente del campione.

16 giugno: inizia a Mosca il Mondiale dell’altro fenomeno, Leo Messi, ma che la musica sia diversa lo si capisce quando a una ventina di minuti dalla fine va sul dischetto; ha sul suo magico sinistro la palla per portare in vantaggio l’Argentina contro l’Islanda. Mani sui fianchi, testa bassa, lo sguardo un po’ inebetito e un po’ spaventato di chi vorrebbe essere altrove: la conclusione è del suo stesso umore, molle, spenta, facile preda del portiere. Qualche giorno dopo l’atteggiamento di Leo è ancora più sconfortante: durante l’esecuzione degli inni contro la Croazia, tiene gli occhi chiusi come se ci fosse qualcosa che non vuole vedere, si strofina la fronte come qualcuno alle prese con l’emicrania o con pensieri più grandi di lui. Quell’immagine è la profezia dello psicodramma che di lì a poco sta per abbattersi sulla nazionale di Sampaoli: l’Argentina perderà tre a zero e Leo sarà un fantasma per novanta minuti.

L’uso che un calciatore fa della propria fisiologia è uno degli elementi che più determinano la sua prestazione. Per fisiologia intendiamo il modo di muoversi, i gesti, il respiro, il modo di correre, la posizione della testa e delle spalle, tutte le rappresentazioni che il corpo dà di se stesso prima e durante la performance. Molte persone camminano a testa bassa perché sono di pessimo umore, ma è vero anche il contrario: molte persone sono di pessimo umore perché camminano a testa bassa. Sono vere entrambe le cose, un circuito vizioso di fisiologia e neurologia. La postura e i gesti aiutano a controllare lo stato d’animo, in campo come nella vita.

15 luglio: Francia e Croazia sono nel sottopassaggio, stanno entrando in campo per contendersi il titolo mondiale. Luka Modric è teso, nei suoi occhi la pressione di un popolo e di un’infanzia passata a schivare bombe e a convincere tutti che sì, nonostante le gambe mingherline avrebbe potuto giocare a pallone. Il suo viso da Cruijff slavo è più solcato del solito; ha 33 anni e l’occasione che neanche avrebbe osato immaginare: portare la Croazia sul tetto del mondo. Entra in campo con gli occhi già gonfi e le spalle basse: quella tensione che tante volte ha saputo trasformare in voglia di riscatto, oggi sembra una zavorra insopportabile. Alza la testa Luka, sorridi, è una partita di calcio. Non hai alternative, devi attivarti per migliorare lo stato d’animo. Se rimani in ostaggio dei fantasmi, ne pagherai le conseguenze.

A qualche passo da lui un ragazzino con il fisico da sprinter americano se la ride come se si stesse chiedendo se sta giocando a Fifa o se davvero tocca a lui, a Kylian Mbappé, l’onore di guidare l’attacco francese alla conquista del Mondiale. Entra in campo leggero e felice, l’incoscienza dei suoi diciannove anni, a quell’età siamo tutti immortali e la vita è una carrellata di occasioni meravigliose. Lui lo sa bene che è una partita di calcio, gioca come fosse in cortile, sprint formidabili, numeri, qualche strafalcione, proprio come faceva quando da piccolo correva sui campetti di Bondy. Mente e corpo sono vasi comunicanti in continuo dialogo, sempre, a Russia 2018 ne abbiamo avuto l’ennesima conferma.

Marco Cassardo
Marco Cassardo
è scrittore e mental coach dei calciatori. Si è formato in Coaching e Programmazione Neurolinguistca (PNL) conseguendo i titoli di Coach Certificato ICF (International Coach Federation) e Master Practitioner in PNL. Ha scritto il saggio sportivo "Belli e dannati" (Limina, 1998, 2003) e tre romanzi: "Va a finire che nevica" (Cairo 2007), "Mi manca il rosso" (Cairo 2009),"Un uomo allegro" (Miraviglia Editore, 2014). Nel marzo 2016 è uscito il suo libro dedicato all'allenamento mentale dei calciatori: "Campioni si diventa" (Cairo).

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