In partita come in allenamento e in allenamento come in partita

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In partita come in allenamento e in allenamento come in partita

buffon-cannavaro

“Gioca in partita come fossi in allenamento e gioca in allenamento come fossi in partita”.
Se i calciatori riuscissero a mettere in pratica quello che a prima vista sembra un gioco di parole, molti dei loro problemi sarebbero risolti.
Giocare in partita come si fosse in allenamento è il grande sogno di molti dei ragazzi con cui lavoro. Durante la settimana viaggiano a mille, tentano ogni tipo di giocata, prendono iniziative, sono propositivi e si divertono. Il giorno della partita cambia tutto: al posto del gladiatore scende in campo il soldatino terrorizzato dalla paura di sbagliare; tocchetti insignificanti, faccia triste, mai un rischio e una sfilza di partite anonime.
Altri giocatori, invece, hanno il problema opposto. La domenica sono leoni, durante la settimana deambulano per il campo in attesa che finisca l’allenamento. Non andranno molto lontano; puoi giocare bene finché vuoi in partita, ma se non ti applichi ogni giorno al duecento per cento per migliorare, rimarrai dove sei e non alzerai mai l’asticella. Come diceva Arrigo Sacchi,“non puoi trasformarti in un vincente la domenica se sei un perdente per tutta la settimana”.
Non esiste giovedì, non esiste domenica. Esiste un pallone e la voglia di corrergli dietro, sempre e comunque, ogni giorno della settimana, a dieci anni come a trenta, all’oratorio del paese come a San Siro, che tu giochi in Eccellenza o che tu stia per disputare la finale dei Mondiali (come i due fuoriclasse in foto, Buffon e Cannavaro). E’ questa la chiave: la riscoperta del divertimento e dei motivi che ti hanno spinto a giocare a pallone.
Sei Braveheart in allenamento e un impiegato del catasto in partita? Torna con la mente a quando eri bambino e non vedevi l’ora di avere il pallone tra i piedi per fare vedere agli amici quanto eri forte. Torna a quel tempo che ti piaceva da pazzi dribblare gli avversari come fossero birilli, tirare da fuori, tuffarti di testa per tentare gol impossibili. Anche se hai trent’anni e da dieci sei un professionista, devi rimanere quel bambino che non vedeva l’ora di giocare a pallone. Se il calcio a un certo punto smette di essere un gioco bellissimo e poco per volta diventa un incubo, se scendere in campo la domenica diventa come andare dal dentista perché sei disfatto dall’ansia, lascia perdere; ci sono modi più sani per impiegare i tuoi pomeriggi.

Marco Cassardo
Marco Cassardo
è scrittore e mental coach dei calciatori. Si è formato in Coaching e Programmazione Neurolinguistca (PNL) conseguendo i titoli di Coach Certificato ICF (International Coach Federation) e Master Practitioner in PNL. Ha scritto il saggio sportivo "Belli e dannati" (Limina, 1998, 2003) e tre romanzi: "Va a finire che nevica" (Cairo 2007), "Mi manca il rosso" (Cairo 2009),"Un uomo allegro" (Miraviglia Editore, 2014). Nel marzo 2016 è uscito il suo libro dedicato all'allenamento mentale dei calciatori: "Campioni si diventa" (Cairo).

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