Non credete mai a quello che giornalisti e tifosi dicono di voi; ricordate sempre che siete gli unici veri giudici di voi stessi e delle vostre prestazioni. Certo, orecchie ben aperte ad assorbire i consigli dei tecnici e delle persone competenti di cui vi fidate, ma non fatevi seppellire dal giudizio altrui altrimenti diventerete dei soldatini al servizio del mondo esterno.
Simone, un fortissimo calciatore con cui sto lavorando, mi ha inviato via whatsapp un articolo di fine 2016 in cui il giornalista di un quotidiano sportivo scriveva: “a Dries Mertens manca qualcosa per giocare in attacco; il suo resta un adattamento a una posizione che non gli si addice per caratteristiche e fisicità. Lui è un dribblomane, dai movimenti rapidi, che riesce a dare il meglio di sé quando parte largo e si accentra per concludere. Da attaccante centrale, invece, spesso cozza contro i due centrali avversari, che gli lasciano poco respiro per manovrare e, soprattutto, gli chiudono quegli spazi essenziali per esaltarne gli inserimenti sotto porta”. Già, proprio così, infatti due mesi dopo il campione belga era in testa alla classifica dei cannonieri con 16 reti. Cosa sarebbe successo se Mertens si fosse fatto piegare dal giudizio di chi non lo vedeva punta? Avrebbe giocato poco convinto, senza la giusta convinzione e senza quella positività che ha permesso al suo talento di dispiegarsi completamente; per farla breve, avrebbe dato ragione a chi lo considerava inadatto a fare gol.
Morale della favola: mai farsi abbattere dalle convinzioni limitanti che provengono dall’esterno. Ne volete un elenco? “Non ce la farai mai a diventare un giocatore professionista”; “con quel passo non potrai mai diventare un centrocampista d’attacco”; “sei troppo basso per fare il portiere”; “hai i piedi a banana, cambia sport”; “non potrai mai fare il centrale difensivo, sei scarso di testa”. Potrei proseguire all’infinito; sono tutte frasi che dimenticano una verità elementare: l’uomo è un animale nato per migliorare e stupire. Quello che è vero adesso (“sono scarso di testa”) può trasformarsi nel suo contrario dopo qualche tempo “(“sono forte di testa”) se si è individuato il problema e si è lavorato duro e con la convinzione di farcela.
Passando ad argomenti ben più seri di quelli tecnici e e riguardanti la salute, pensate a Lionel Messi: a undici anni gli diagnosticarono una forma acuta di ipopituitarismo, deficit di un ormone fondamentale per la crescita dell’organismo. Fu dato per spacciato. Cosa ci si poteva aspettare da un atleta affetto da nanismo? Le cure costavano troppo, ma il padre non si diede per vinto e ottenne un provino con il Barcellona: allenatori e dirigenti “blaugrana” strabuzzarono gli occhi, questo è un genio, a curarlo ci pensiamo noi. Gli effetti dei farmaci sono dolorosi; il ragazzo vomita in continuazione, perde i peli, soffre, ma neanche per un secondo pensa di mollare e tornare a Rosario. Più tardi dirà: «Fu atroce, ma la mia convinzione di raggiungere il sogno era più forte di tutto».
Messi, un fenomeno, è vero, ma soprattutto un ragazzo che non si è fermato di fronte agli intoppi del destino perché dentro di sé nutriva la convinzione di potercela fare, contro tutto e tutti. Non stiamo parlando di bazzecole, ma di una diagnosi di nanismo. Se fosse stato soltanto talentuoso, ce l’avrebbe fatta? Se invece di dare ascolto alla sua convinzione profonda avesse dato retta a tutti quelli che lo invitavano a lasciare perdere, saremmo qui a parlare di lui? Fortunatamente, le convinzioni dei medici argentini che previdero un futuro da nano per Messi non coincidevano con la convinzioni del ragazzo…
Ci sono due tipi di convinzioni: le convinzioni potenzianti e le convinzioni limitanti. Le prime sono pura benzina per raggiungere l’obiettivo; le seconde rappresentano il tuo peggior nemico. Essere persuasi delle proprie qualità è un passe- partout per abbattere ogni ostacolo. Un calciatore sicuro di avere qualità tecniche, agonismo e forza d’animo vivrà gli intoppi come una barriera da travolgere. Un calciatore fiaccato da convinzioni limitanti tenderà a frenare di fronte a ogni imprevisto.