Ai miei calciatori ripeto costantemente di concentrarsi sul “processo” e non sul “risultato”.
Cosa significa? Significa che durante una partita ti devi concentrare su ciò che è necessario fare per vincere, non sull’esito della gara. Focalizzati sul gioco stesso e su ciò che devi fare per giocare bene in quell’esatto momento. Come dice lo psicologo dello sport Jim Afremow: Goditi ogni momento della competizione per evitare la tentazione di saltare nel futuro”. Non preoccuparti del risultato finale fino a che non è necessario farlo. Il “processo” è pensare solo a giocare, e non alla fine della partita o a fattori esterni (tipo il mister o il campo brutto o le scarpe strette o l’arbitro incapace).
Immergiti completamente in quello che è rilevante per il tuo gioco, tieni lontane le distrazioni dell’ultima volta, della prossima volta o del risultato che sarà. Ecco, ad esempio, alcune domande utili che puoi porti: “Su cosa devo concentrarmi per fare bene?”, “Come posso anticipare questo tipo di attaccante?”, “Cosa mi conviene fare per prendere di sorpresa il mio avversario?”, “Oggi mi conviene tenere palla o giocarla sempre di prima?”. In ogni istante della partita devi essere focalizzato sul presente, su ogni singola azione, su cosa in ogni singolo momento è più utile per te e la squadra.
Al contrario, ecco alcuni esempi di domande completamente inutili: “Chissà cosa sta pensando il mister di me?”, “Dopo l’errore che ho appena fatto, domenica prossima il mister mi farà di nuovo giocare?”, “Quanto manca alla fine della partita?”.
La grandezza di molti giocatori non sta né nella tecnica né in particolari doti fisiche, bensì nella capacità di “stare sul pezzo”. Ma cosa significa “stare sul pezzo”? Appunto stare nel “qui e ora”, pensare al processo e non al risultato.
“Stare sul pezzo” significa essere completamente assorbiti dal presente.
Pensa a molti difensori che hanno fatto la storia del calcio italiano, gente come Chiellini o Materazzi. O, tornando indietro nel tempo, Brio, Riccardo Ferri, Morini; pensa a Gentile che ai Mondiali del 1982 annullò uno dopo l’altro Zico e Maradona. Hanno fatto storia grazie alla loro capacità di concentrazione, non certo al loro talento.
Non dimenticare mai che il passato è passato e il futuro è un punto interrogativo: solo del presente puoi avere il controllo!