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Tipi di calciatore

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Oggi, un po’ per scherzo e un po’ per fornirvi materiale di riflessione, raggruppo i calciatori per tipologie. Nessuno si senta offeso!!! E’ soltanto un gioco.
Anzi, se vi viene in mente qualche nuova categoria, suggeritela nei commenti.
Per ora consideriamo sette tipologie: il talentuoso, lo scaramantico, il soldatino, l’infortunato, il carrarmato, l’allegrone e il tristone

Il talentuoso
E’ lunatico. Quando le cose vanno bene si sente un giocatore immenso; quando non girano tende ad attribuire la causa a fattori esterni (il campo, il meteo, la posizione in cui l’ha schierato l’allenatore, i compagni scarsi). Il talentuoso, in realtà, è spesso un ragazzo insicuro che perde convinzione nelle sue qualità non appena sbaglia un gol o non azzecca un dribbling. Ha bisogno di sentirsi al centro dell’attenzione, gli altri sono la sua platea. Sa essere generosissimo con chi lo ama ma feroce con chi non lo gratifica di continui applausi. Il talentuoso, se non raggiunge i suoi obiettivi, rischia di vivere nell’ebbrezza di sentirsi un talento incompreso, come quegli scrittori mai pubblicati che passano la vita a raccontarsi di avere nel cassetto il romanzo capolavoro

Lo scaramantico
Ha in mente che il destino non è nelle sue mani e che tutto dipende dal caso. Se le cose vanno bene, è in grado di indossare le stesse mutande per un mese; se non segna è perché qualcuno gli ha fatto la macumba. Con lo scaramantico è difficilissimo lavorare in quanto ha in mente che qualsiasi cosa lui faccia è inutile, tanto è tutto già prestabilito in un disegno più grande. Vai a spiegare a giocatori così che per imparare a battere le punizioni bisogna calciarne centinaia!!!
Lo scaramantico pronuncia il termine “fortuna” una trentina di volte al giorno ed è spesso permaloso, quasi si offende quando gli dici che è lui il capitano della sua anima. Naturale; credere che sia tutto già scritto dispensa dal lavoro e dalla lotta quotidiana per il miglioramento.

Il soldatino
E’ disciplinato, metodico e preciso. Per un mental coach lavorare con lui è spesso uno spettacolo. Non fatica a capire che l’allenamento mentale è sacrificio e ha ben presente che soltanto attraverso il duro lavoro si possono ottenere risultati importanti. Spesso il soldatino fatica a sbloccarsi, ma quando capisce che comandare è più bello che obbedire, può diventare un generale.
Il soldatino è diffidente; difficile aprire una breccia in lui. E’ necessario avere molta pazienza e non traumatizzarlo invitandolo a cambiamenti troppo repentini. E’ un po’ come gli anziani: le novità non gli piacciono, bisogna presentargliele con tatto e gradualità.

L’infortunato
Ne ha sempre una. Si stira sei o sette volte all’anno, quasi sempre soffre di pubalgia ed è talmente abituato a non essere a disposizione che se per un mese non ha nulla si spaventa e, con tutta probabilità, gioca così contratto che si infortuna di nuovo. Può capitare che l’infortunato usi gli infortuni come alibi per non doversi gettare nella mischia e che l’acciacco cronico diventi una zona di comfort. Attenzione però: quando l’infortunato acquista fiducia e si rende conto che non c’è nulla di male nello stare bene, può diventare un gladiatore e sa mostrarsi estremamente disponibile al cambiamento. L’infortunato è pieno di arretrati e, come tale, è pieno di voglia.

Il carrarmato
Strano personaggio. E’ assolutamente sicuro di sé stesso e delle proprie capacità. Il carrarmato non si mette in dubbio, fatica ad ascoltare e, sotto sotto, è convinto che tutti gli altri non capiscano nulla. Il problema del carrarmato è che spesso rischia di rimanere impantanato nei propri limiti in quanto incapace di riconoscerli. Con il carrarmato il difficile viene all’inizio del lavoro perché è molto difficile fermare la sua corsa e costringerlo a riflettere. Se però si riesce in questo obiettivo, il carrarmato lavora alla grande e non fatica a consolidare nuove certezze. Ovvio, bisogna stare sempre all’erta perché quando prende velocità è inarrestabile e, quindi, il rischio di dover frenare nuovamente la sua corsa si può presentare in qualsiasi momento. Il carrarmato viaggia con il pilota automatico. Occorre vigilare.

L’allegrone
Per lui va sempre tutto alla grande. Che giochi bene o giochi male, è sempre soddisfatto di sé. Non è capace di autocritica, si racconta un sacco di bugie e fatica ad avere un rapporto autentico con la realtà. E’ molto permissivo con se stesso e, quindi, stenta a scoprire le sue aree di miglioramento. Si trova bene in qualsiasi spogliatoio e con qualsiasi mister. La sua continua “contentezza” gli toglie ferocia agonistica. In campo è spesso sostituito. Allenatori e compagni gli chiedono maggior determinazione e maggior dinamismo, ma lui non ci sente. Non è facile lavorare con un “allegrone”: per ottenere risultati è necessario farlo passare da un periodo di “tristezza”. Spesso è spiacevole; spesso, pur di non rinunciare a una molecola di gioia, l’allegrone molla il lavoro mentale prima ancora di iniziarlo.

Il tristone
Per lui va sempre tutto male. Che giochi bene o giochi male, è sempre insoddisfatto. E’ devastato dal senso autocritico (è il principale nemico di sé stesso) e fatica a riconoscere i suoi punti di forza. Concentrandosi sui suoi limiti e non sulle sue qualità, ha un dialogo interno negativo ed esprime sempre la metà del suo potenziale. Si trova male in qualsiasi spogliatoio e con qualsiasi mister. Gioca con la paura di sbagliare. Predisponendosi ogni volta al fallimento, spesso fallisce. Lavorare con un “tristone”, peraltro, può dare molte soddisfazioni perché sovente, pur non essendone consapevole, è un giocatore con straordinari margini di miglioramento. Il tristone è spesso un ragazzo molto sensibile con una grande capacità di apprendimento.

E tu? Che giocatore sei?

Marco Cassardo
Marco Cassardo
è scrittore e mental coach dei calciatori. Si è formato in Coaching e Programmazione Neurolinguistca (PNL) conseguendo i titoli di Coach Certificato ICF (International Coach Federation) e Master Practitioner in PNL. Ha scritto il saggio sportivo "Belli e dannati" (Limina, 1998, 2003) e tre romanzi: "Va a finire che nevica" (Cairo 2007), "Mi manca il rosso" (Cairo 2009),"Un uomo allegro" (Miraviglia Editore, 2014). Nel marzo 2016 è uscito il suo libro dedicato all'allenamento mentale dei calciatori: "Campioni si diventa" (Cairo).

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