Il tuo obiettivo non deve essere quello di diventare più forte di tuo fratello o del compagno di squadra con cui ti giochi il posto; il tuo obiettivo dev’essere quello di diventare la migliore ipotesi di te stesso.
Come scrive il coach americano Matt Fitzgerald, “il percorso tra te e il tuo miglior te può essere un territorio inesplorato. Sei solo, in una certa misura, nello scoprire non solo ciò che ti motiva a lasciare tutto là fuori, ma anche la formula speciale della tua massima forza mentale. Questo è ciò che significa diventare lo psicologo di te stesso”.
Per affrontare il tuo sport come una camminata sul fuoco, con l’obiettivo di avvicinarti sempre più ai tuoi limiti e avendo in mente che i limiti esistono per essere abbattuti, è necessario intraprendere un viaggio di trasformazione in cui diventi l’atleta – e la persona – che vuoi essere, affrontando gli ostacoli che limitano i tuoi progressi. Questo viaggio è forse il più grande dono che lo sport può offrirti, e tutto ciò che devi fare per riceverlo è accogliere la sfida di vedere quanto lontano puoi andare.
Consideri di aver espresso il sessanta per cento del tuo potenziale? Bene, il tuo obiettivo principale non deve essere quello di giocare domenica, ma quello di aggiungere un mattone ogni giorno per arrivare al cento per cento (e più mattoni aggiungi, più aumentano le possibilità di giocare ogni domenica…). Soltanto quando avrai espresso il cento per cento del tuo potenziale, potrai dirti un atleta realizzato, in qualsiasi categoria giocherai. Che tu sia Cristiano Ronaldo o un ottimo giocatore di Eccellenza, dal punto di vista della realizzazione psicologica non cambierà nulla, avrai dato tutto e sarai orgoglioso di te stesso. Potrai guardare indietro (e avanti) a testa alta. Ti sembra poco? A me sembra tantissimo. Non c’è nulla di più deprimente del rimpianto.