Il giudizio degli altri

foto libro in mano
Sentirsi limitati fa comodo
15 novembre 2016
Italian head coach of Juventus Fc, Antonio Conte, reacts during the Italian Serie A soccer match against Genoa at Juventus Stadium in Turin, Italy on 22 October 2011.
ANSA/DI MARCO
L’allenatore non mi vede
25 gennaio 2017
Mostra tutti

Il giudizio degli altri

spalti

Ci sono giocatori che patiscono a dismisura il giudizio degli altri, si tratti del mister o del padre o di un tifoso in tribuna. Il problema ha assunto una dimensione ancora più grande oggi, ai tempi di Facebook e dei social. Fino a una decina di anni fa i giudizi altrui erano limitati al campo di gioco, alla voce dei parenti e degli amici e alla famosa pagella del lunedì, oggi invece un calciatore è sottoposto al fuoco di fila della critica in ogni momento della giornata; è sufficiente che rimanga con il cellulare acceso e gli insulti possono piovere sullo schermo del suo smartphone.

Qualche settimana fa un mio giovane calciatore, di ritorno da una trasferta in cui la sua squadra aveva perso e lui era entrato nel secondo tempo fallendo un gol, ha avuto la pessima idea di andare a vedere cosa dicevano i tifosi sulla pagina ufficiale della squadra: improperi di ogni tipo al suo indirizzo. Il ragazzo è giovane e non è abituato alle pressioni delle grandi piazze; tornato a casa, è scoppiato in lacrime come non gli succedeva da tempo.

Un altro ragazzo con cui lavoro, mi ha confessato che gli è sufficiente sentire una critica o una presa in giro provenire dalle tribune dei propri tifosi per sentirsi riempire di sfiducia e sentimenti negativi. Ovvio, il discorso riguarda i giovani calciatori, ma anche grandi professionisti spesso beccati dal pubblico di casa (ad esempio Hernanes, Montolivo, Ranocchia) devono fare i conti con la necessità di chiudersi nel loro “carrarmato” e pensare solo a se stessi e alle proprie capacità.

Come puoi fare a soffrire il meno possibile il giudizio altrui? Innanzitutto pensare che non sei un bancario capitato per caso su un campo di calcio; sei lì perché giocare a pallone è la cosa che sai fare meglio nella vita, perché in tante altre occasioni hai dimostrato di saperci fare; sei lì perché te lo meriti.

In secondo luogo mantenere il focus su te stesso, sempre. E’ fondamentale giocare per il proprio piacere, non per dimostrare a qualcuno che meriti il suo interesse: il centro del mondo devi sempre essere tu. Nel momento in cui giochi per compiacere qualcuno (il mister, il papà, il pubblico, i giornalisti ecc), le gambe iniziano a tremare, la palla scotta e invece di correre, lottare e dribblare, cerchi un avversario dietro cui nasconderti. Il giudizio degli altri è un carcere da cui bisogna evadere.

Chiudersi nel proprio “carrarmato” significa appunto rimanere costantemente focalizzati su sé stessi e chiedersi che giocatore sei ora e che giocatore vuoi diventare domani. Il confronto con gli altri, i giudizi del pubblico e dei giornalisti, sono soltanto l’ultimo, irrilevante atto; ciò che conta e determina la costruzione quotidiana del campione è il confronto con te stesso, il chiederti costantemente quanta strada hai fatto e quanta ne devi ancora fare per raggiungere il tuo obiettivo.

Non dimentichiamo un ultimo aspetto; molto spesso il ragazzo rimane mortificato dal giudizio altrui perché la sua autostima non è ancora sufficientemente consolidata e nel momento in cui viene criticato si lascia prendere dalle voci negative che albergano dentro di lui. Faccio un esempio; se stai giocando male e stai parlando a te stesso con un tono negativo (“oggi fai pena”, “non vali nulla”, “sei scarso”), cosa credi che succeda se dal pubblico un tifoso ti grida che stai facendo pena? Succede che una parte di te inizia a pensare “ecco, lo sapevo che faccio pena” e rimani impietrito perché quella critica dà ulteriore forza ai tuoi pensieri negativi. Al contrario, se stai giocando male ma la tua autostima è solida e sei abituato a utilizzare un dialogo interno rinforzante e positivo (“forza, hai tutto per fare bene”, “sei un ottimo giocatore”, “avanti con grinta”), riuscirai a rimanere impermeabile agli insulti perché sarai abile a rifocalizzarti immediatamente sulle tue qualità e a concentrarti sul “qui e ora”, pronto a dimostrare sul campo quanto vali.

PER CONOSCERE TUTTE LE TECNICHE E I SEGRETI DELL’ALLENAMENTO MENTALE DEGLI SPORTIVI, ACQUISTA “CAMPIONI SI DIVENTA” DI MARCO CASSARDO (CAIRO EDIZIONI).

LO PUOI TROVARE IN TUTTE LE LIBRERIE AL PREZZO DI € 14 OPPURE ORDINARLO SU AMAZON A € 11,90.

E’ ANCHE DISPONIBILE IN FORMATO KINDLE A € 6,99

Marco Cassardo
Marco Cassardo
è scrittore e mental coach dei calciatori. Si è formato in Coaching e Programmazione Neurolinguistca (PNL) conseguendo i titoli di Coach Certificato ICF (International Coach Federation) e Master Practitioner in PNL. Ha scritto il saggio sportivo "Belli e dannati" (Limina, 1998, 2003) e tre romanzi: "Va a finire che nevica" (Cairo 2007), "Mi manca il rosso" (Cairo 2009),"Un uomo allegro" (Miraviglia Editore, 2014). Nel marzo 2016 è uscito il suo libro dedicato all'allenamento mentale dei calciatori: "Campioni si diventa" (Cairo).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *