Capita di sbagliare gol allucinanti e di passare giorni orrendi a “rosicare” sull’errore. Naturale, umano, ma perfettamente inutile.
Idem per un portiere: capita di commettere una papera colossale, una palla che scivola di mano, un controllo di piede sbagliato. Capita di fare errori così e di trascorrere notti terrificanti a maledirsi. Naturale, umano, ma perfettamente inutile: non si può tornare indietro. In questi casi si può fare una sola cosa utile: pensare che soltanto chi ha la fortuna di sbagliare può imparare qualcosa. Ti sei trovato solo davanti al portiere e hai sbagliato perché, ad esempio, invece di concederti una frazione di secondo per pensare e appoggiarla sul secondo palo ti sei fatto prendere dalla frenesia e gliel’hai calciata addosso? Bene, usa l’errore e sfida te stesso. Devi fremere perché arrivi il momento di tornare in campo, non devi vedere l’ora che riprendano gli allenamenti e che ti si ripresenti la stessa, identica situazione di gioco per dimostrare a te stesso che hai capito e che in quella circostanza non sbaglierai più. Rosica qualche minuto, qualche ora – è umano- ma poi concentrati con tutta la forza di cui sei capace sul futuro e su cosa dovrai fare la prossima volta per fare meglio. La domanda “perché ho sbagliato un gol così?” non serve a nulla, ti riporta al passato e apre il terreno agli alibi (il rimbalzo del pallone, le luci dei riflettori sugli occhi, ho visto la palla all’ultimo ecc). Al contrario, la domanda “come farò a fare gol la prossima volta che mi troverò in una situazione del genere?” prepara il riscatto e ti proietta sul futuro. Fatti la domanda giusta!